Maria Montessori è nota a livello internazionale per il metodo educativo, che porta il suo nome ed ha come base la visione del “bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”. Il principio fondamentale della sua pedagogia è la “libertà dell’allievo”, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà potrà emergere la disciplina in modo naturale.

Scopriamo insieme i princìpi fondamentale della pedagogia Montessori.

La storia del metodo Montessori

“Quando un bambino si sente sicuro di sé stesso, smette di cercare costantemente l’approvazione degli adulti” – Maria Montessori

Maria Montessori, terza donna italiana a laurearsi in medicina nel 1896, cominciò a sviluppare la sua filosofia ed il suo metodo già nel 1897, frequentando i corsi di pedagogia presso l’Università di Roma.

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LA “CASA DEI BAMBINI” – La sua prima scuola, aperta in un edificio popolare di Roma nel 1907, si chiamava “La casa dei bambini” si fondava sulla “pedagogia scientifica”, ovvero sull’introduzione della scienza nel campo dell’educazione, come primo passo fondamentale per poter costruire un’osservazione obiettiva dell’oggetto. L’oggetto dell’osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.

Il metodo Montessori si diffuse negli Stati Uniti d’America già nel 1911 , con una particolare spinta dopo il 1960, diffondendosi da allora in migliaia di scuole americane.

Maria Montessori continuò a sviluppare il suo lavoro per tutta la vita, creando un modello globale di sviluppo mentale dalla nascita fino ai 24 anni, con progressivi approcci educativi per bambini dai 0-3, 3-6 e 6-12.

I principi del metodo Montessori

“Il primo compito dell’educazione è agitare la vita, ma lasciandola libera perché si sviluppi” – Maria Montessori

 La libertà

Maria Montessori riteneva il “lavoro libero” il fondamento dell’educazione: i bambini imparano di più quando vengono lasciati liberi di compiere le proprie scelte, così che in lui emerga l’interesse autentico, ovvero uno stato di raccoglimento assoluto.

La Libertà di scelta non implica però la libertà assoluta, ma la libertà di scegliere la cosa più giusta per ognuno all’interno di una serie di regole.

LIBERTÀ NELLA SCUOLA MONTESSORI – Nelle scuola Montessori il “lavoro libero” è  il fondamento dell’educazione: i bambini imparano di più quando vengono lasciati liberi di compiere le proprie scelte.

 Il movimento

Il movimento è proprio il tramite per arrivare alla libertà: la personalità si forma infatti con il crescere all’unisono di facoltà psichiche e facoltà motorie.

Attraverso le attività motorie, dal movimento grossolano al movimento più fine delle dita, viene sostenuta l’attività psichica che saprà dirigere la volontà, così che possa sorgere  naturalmente una prima disciplina.

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MOVIMENTO E APPRENDIMENTO NELLA SCUOLA MONTESSORI – Le attività pratiche non sono dei momenti di svago, ma il fulcro dell’attività educativa: stimolano i sensi e promuovono l’apprendimento di ordine, concentrazione e indipendenza.

L’ambiente a misura di bambino

Tutto il lavoro nelle “Case dei Bambini” è basato sul movimento e, per fari sì che il bambino possa muoversi nel modo a lui più consono, l’ambiente è costruito a sua misura, con materiali ideati per l’utilizzo autonomo dalla stessa Montessori.

Il bambino può scegliere la propria attività, seguendo l’istinto, svegliando l’interesse e la concentrazione.

Maria Montessori critica il fatto che, nella scuola tradizionale, tutto l’ambiente sia pensato a misura di adulto, così che il bambino non si trovi a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.

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I MATERIALI DELLA SCUOLA MONTESSORI – Il bambino impara e apprende meglio se vive in un ambiente stimolante e ricco di oggetti interessanti che attirino la sua attenzione. I bambini dovrebbero avere a loro disposizione libri, materiali, strumenti e tutto ciò che possa stimolare la loro creatività. Anche un sottofondo di musica classica o rilassante può essere utile durante il gioco e l’apprendimento.

Imparare facendo

I bambini non possono imparare se stanno solo ad ascoltare quello che il maestro insegna loro: è importante che facciano, sperimentino e apprendano attraverso un compito autentico.

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IMPARARE FACENDO – Gli argomenti e i concetti da apprendere vanno inseriti nel giusto contesto, così che i bambini li comprenderanno e li ricorderanno meglio: gli esempi concreti sono più facili da capire rispetto a concetti astratti

Dalla concentrazione alla disciplina

Ma un bambino concentrato non è ancora un bambino disciplinato e per questo l’insegnante dovrà sostenere la sua capacità di orientare la volontà al raggiungimento di un fine, con esercizi mirati, come le “lezioni di silenzio” nelle quali egli sperimenterà l’immobilità perfetta, l’attenzione nel percepire il suono del proprio nome pronunciato da lontano, movimenti leggeri coordinati allo scopo di non urtare oggetti.

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INDIPENDENZA E DISCIPLINA – Il metodo Montessori incoraggia i bambini a sviluppare indipendenza e autodisciplina, così che i bambini possano col tempo riconoscere e sviluppare le proprie passioni e inclinazioni e possano giungere allo stile di apprendimento più adatto a loro.

Dalla disciplina all’autonomia

Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo nel seguire delle regole di vita: i bambini devono imparare a prendersi cura di sé stessi come base di sviluppo dell’autonomia.

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IL BAMBINO SECONDO LA MONTESSORI – Maria Montessori definisce il bambino un “embrione spirituale”: in lui sono presenti delle “nebule” (potenzialità) che per svilupparsi necessitano dell’ambiente adatto. La “mente assorbente” è la tendenza del bambino all’assorbimento inconsapevole del suo ambiente. 

Il maestro, “angelo custode” del bambino

Il maestro, secondo la Montessori, deve essere un angelo custode che osserva e interviene solo se è necessario. L’insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo, ma deve intervenire in modo fermo e deciso quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri.

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IL MAESTRO NELLA PEDAGOGIA MONTESSORI – “Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.”

I gruppi misti

Se siamo abituati a vedere a scuola i bambini divisi in base all’età, Maria Montessori credeva invece molto nella formazione di gruppi misti con bambini di età diverse perché riteneva che ciò fosse uno stimolo all’apprendimento: i bambini più piccoli sono incuriositi da ciò che fanno i più grandi e chiedono loro delle spiegazioni, i più grandi sono felici di insegnare ai piccoli ciò che sanno fare e che hanno già imparato.

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BAMBINI GRANDI E PICCOLI INSIEME – Secondo la Montessori le classi di età mista per fascia di età (0-3, 3-6, 6-12, 12-18), stimolano la socializzazione, la cooperazione e l’apprendimento tra pari. Uno dei principi alla base del metodo Montessori è proprio quello di lasciare interagire bambini di età diverse in modo che imparino gli uni dagli altri. Ad oggi questo metodo è conosciuto come “peer tutoring”.

Via premi e punizioni, ci sono le “ricompense”

Maria Montessori non amava i sistemi di insegnamento basati sui premi e sulle punizioni perché riteneva che la vera ricompensa per il bambino doveva essere rappresentata dall’apprendimento stesso e dalla sua capacità di aver imparato qualcosa di nuovo grazie alla propria curiosità e alle proprie forze.

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RICOMPENSE – Secondo il metodo Montessori, il vero premio è riuscire a raggiungere l’obiettivo: completare un puzzle, versare l’acqua nel bicchiere o travasare una piantina.
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