introduzione-vaccini-si-o-no-libro-di-stefano-montanari-e-antonietta-gattiÈ allarme: pare che in Italia si stia verificando un’inversione di tendenza e la fetta di popolazione che si sottopone alla pratica vaccinale sia in calo. Niente di particolarmente vistoso dal punto di vista dei numeri, ma ciò che preoccupa è la direzione che si sta prendendo.

L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute diffondono a ripetizione comunicati con cui avvertono che, quando i vaccinati sono meno del 95% di una popolazione, quella popolazione è a rischio di ammalarsi in modo epidemico di questa o di quella malattia. Non pochi medici – la maggior parte, di fatto – si associano a questi appelli. Insegnanti elementari minacciano di non accogliere a scuola bambini non vaccinati anche se un atto del genere cozza contro la Costituzione. Sindaci inviano circolari con cui invitano la popolazione a fidarsi del servizio sanitario pubblico e a vaccinarsi genericamente in massa contro qualunque malattia. Politici propongono di aumentare il numero delle vaccinazioni obbligatorie e chiedono sanzioni terribili contro i medici che sconsigliano di vaccinarsi indiscriminatamente.

Dall’altra parte si schierano da anni comitati di cittadini, e diversi medici con loro , che, con vari gradi di bellicosità e con qualche distinguo, si battono contro l’uso dei vaccini sostenendo che quei farmaci (i vaccini sono farmaci a tutti gli effetti) sono responsabili di effetti collaterali ben più gravi di quelli che le malattie indurrebbero.

Tra questi due fuochi sempre più vistosi e rumorosi stanno, smarrite, le persone che magari si sono sempre sottoposte alla vaccinazione antinfluenzale o, in posizione ancor più critica, quelle che, essendo genitori di bambini piccoli, spesso di neonati, sono terrorizzate da qualunque parte dirigano la loro attenzione: se non lo vaccino, mio figlio rischia addirittura la morte, se lo vaccino, mio figlio rischia, ad esempio, l’autismo, una malattia che, da rara che era e sconosciuta ai più, sta assumendo proporzioni oggettivamente spaventose.

Noi, gli autori di queste pagine, non stiamo né di qua né di là.

Il nostro lavoro è quello di scienziati e gli scienziati, quando praticano onestamente il loro mestiere, non hanno diritto alle opinioni. Noi siamo costretti ad esprimerci solo in base a fatti davvero accertati, a indagare in prima persona e, come si suol dire, a metterci la faccia. Così, cerchiamo sempre di non prendere le affermazioni altrui come oro colato e il massimo dell’affidamento lo riserviamo a ciò che facciamo noi direttamente, vale a dire a ciò di cui possiamo rispondere personalmente.

Naturalmente non sempre questo è possibile, ma lo spirito critico unito all’imparzialità deve sempre accompagnare chi lavora in buona fede e cerca senza compromessi la verità. Cercare non significa automaticamente trovare, ma, anche se mancasse il successo, il percorso che si è compiuto può servire ad altri ricercatori se non altro per non far perdere loro tempo ed energie lungo una strada sbagliata.

Malauguratamente questo non si avvera in ogni circostanza. Nel mondo di Internet siamo tutti subissati d’informazioni, molte delle quali senza controllo, altre fasulle e non è facile districarsi.

Cosicché accade che centri di ricerca, ignari di quanto già è stato fatto, s’impegnino su percorsi ormai battuti da altri senza arrivare a nulla di nuovo. Addirittura accade che si finanzino ricerche lungo piste che ormai da tempo hanno rivelato di essere vicoli ciechi.

E poi c’è il problema crescente di chi scrive e parla approfittando della libertà sconfinata in licenza assoluta che i nuovi mezzi di comunicazione permettono e la conseguenza è che personaggi di ogni estrazione culturale pontifichino svolazzando qua e là tra argomenti conosciuti solo per un incontrollato sentito dire quando non per una sorta di tifo personale o, peggio, d’interesse economico. Chi ha davvero documenti di ricerche proprie è una rarità difficile, quasi impossibile, da trovare.

In una certa misura è sempre stato così, ma oggi più che mai il fenomeno avviene per i vaccini: televisioni, radio e giornali pullulano di “esperti” che pontificano su argomenti a loro perfettamente sconosciuti, dai ministri giù fino alle casalinghe passando per ogni sorta di professione con i giornalisti e i conduttori televisivi ben rappresentati.

Noi italiani abbiamo addirittura una ragioniera importata dall’estero che, forte di un curriculum di conoscenza che appare più una burla che altro, al colmo della stravaganza, fa parte di un comitato scientifico sponsorizzato dalle istituzioni.

Come è ovvio, la stragrande maggioranza delle loro affermazioni di tutte queste persone è basata, nella migliore delle ipotesi, sul sentito dire, su quello che in filosofia si chiama “consensus gentium”, cioè sul comune sentire della gente, un consenso dettato da convinzioni il cui livello non si distacca da quello del tifoso di calcio. E queste affermazioni non trovano che raramente un appoggio su fatti reali e dimostrati, diventando verità accettata e indiscussa esattamente secondo la metodica di Joseph Goebbels, il ministro nazista della propaganda che, dimostrando grande conoscenza della mente popolare, sosteneva come una bugia raccontata una, cento, mille volte, sia alla fine percepita come verità.

Lo scienziato non può permettersi posizioni preconcette e deve essere pronto ad accettare l’oggettività. E una teoria scientifica è valida solo se risponde in modo logico e soddisfacente a tutte le domande. Chi, autodefinendosi scienziato, abbraccia una posizione e si sottrae alle domande, va incontro ad una squalifica inesorabile. Chi è tanto presuntuoso da fare il tuttologo alla lunga si rende ridicolo. Chi non ha la modestia di dire un semplice “non lo so” quando effettivamente non sa offende il prossimo e se stesso. Chi è disonesto si mette in vendita valutandosi comunque quattro soldi perché un’anima che ha un prezzo non vale niente.

E noi, forse uscendo un po’ dagli usi e costumi attuali, pur tra mille difficoltà e con mezzi limitatissimi, cerchiamo di dare il nostro contributo a fare chiarezza sui vaccini, una chiarezza che pare nessuno, da una parte e dall’altra dello schieramento, voglia. È così che noi non siamo benaccetti a nessuno perché non appena si pone una domanda imbarazzante a qualcuno schierato di qua o di là la reazione è quella di etichettarci come appartenenti alla fazione opposta. Una reazione stupida finché si vuole, ma quella è.

Ciò che noi facciamo è, tutto sommato, molto semplice da capire anche se le difficoltà tecniche che s’incontrano nella nostra attività non sono trascurabili: noi osserviamo i vaccini al microscopio elettronico con una tecnica messa a punto da uno di noi (Antonietta Gatti) e validata da due progetti di ricerca europei (Nanopathology e DIPNA). In quei campioni individuiamo la presenza eventuale di micro- e nanoparticelle solide e inorganiche e ne analizziamo la composizione chimica elementare, cioè il contenuto elemento per elemento.

Questo sarà il punto centrale delle pagine che seguono, pagine scritte per tutti nella massima semplicità da cui gli specialisti non potranno apprendere nulla che già con sappiano. Anzi, forse gli specialisti troveranno queste semplificazioni indegne della loro attenzione. A loro però lasciamo il compito di rispondere a domande rimaste sempre inevase cui si è di regola reagito in maniera denigratoria come si fa quando non esistono argomenti per difendere la propria posizione e non si ha l’onestà di ammettere quel semplice “non lo so” di cui dicevamo.

Sono proprio le domande senza risposta a mettere la pulce nell’orecchio alle persone e a far sì che la pratica vaccinale cominci ad incontrare qualche inciampo. E sono proprio le risposte ragionevoli e documentate alle domande difficili che costituiscono in ogni caso la forza di una posizione. Dunque, chi ci attacca dovrebbe invece esserci grato per la possibilità di diventare inattaccabile che gli offriamo con ciò di cui chiediamo ragione.

Libri scientifici per addetti ai lavori relativi al nostro ambito ne abbiamo scritti diversi. Li abbiamo scritti in tutto o in parte, e chi vuole può consultarli.

Il nostro proposito in questa circostanza è di offrire qualcosa di estremamente semplice e comprensibile a tutti, rinunciando al linguaggio delle torri d’avorio. Insomma, nessuno si aspetti un trattato sui vaccini e di questo ci perdonino i luminari.

A differenza di tante altre pagine scritte questo libricino contiene risultati originali nostri per i quali mancano da anni risposte oneste. Di queste restiamo in attesa.

Vaccini sì o vaccini no? Fare una scelta consapevole oggi è molto difficile. Ricevi quotidianamente innumerevoli informazioni dai giornali, nazionali e locali, dalle radio, dalla televisione e da internet sull’importanza di vaccinare i tuoi figli e di farlo secondo il calendario stabilito dall’ASL e dell’efficacia dei vaccini antinfluenzali. È molto importante che tu possa avere tutte le conoscenze per scegliere liberamente. La salute è tua e non sei obbligato di metterla nelle mani di altre persone, soprattutto quella dei tuoi bambini. E quindi devi chiederti:

Che cosa sono i vaccini? Come sono nati? Cosa contengono? Come vengono somministrati? Quanto sono efficaci e quanto sono deleteri? Che collegamenti ci sono tra i vaccini, l’autismo e altre malattie?

https://i0.wp.com/blog.bimbonaturale.org/wp-content/uploads/2015/12/introduzione-vaccini-si-o-no-libro-di-stefano-montanari-e-antonietta-gatti.jpg?fit=180%2C124&ssl=1https://i0.wp.com/blog.bimbonaturale.org/wp-content/uploads/2015/12/introduzione-vaccini-si-o-no-libro-di-stefano-montanari-e-antonietta-gatti.jpg?resize=150%2C124&ssl=1Redazione BimbonaturaleStudi e notizieinfanziaÈ allarme: pare che in Italia si stia verificando un’inversione di tendenza e la fetta di popolazione che si sottopone alla pratica vaccinale sia in calo. Niente di particolarmente vistoso dal punto di vista dei numeri, ma ciò che preoccupa è la direzione che si sta prendendo. L’Istituto Superiore di...