L’abuso del parto cesareo in Italia
In Italia 4 bambini su 10 (40%, soglia raccomandata dall’OMS: 15%) nascono con taglio cesareo, come tutti sanno siamo una fra le nazioni in cui si effettua il più alto numero di questo tipo di parto.
Queste percentuali hanno spinto l’Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Materno Infantile dell’OMS, a indagare sulle motivazioni che hanno spinto le mamme a scegliere questo tipo di parto.
I risultati dei questionari
Somministrati a 1000 donne tra i 20 e i 40 anni, sembrano contraddire i dati ufficiali:
– 800 su 1000 intervistate hanno detto di preferire il parto naturale, per non perdere le prime ore di vita del bambino, allattare con più facilità, recupero più veloce, possibilità di avere altri parti in tempi rapidi, etc.)
– 200 su 1000 preferiscono il cesareo, per paura del dolore del parto naturale, senso di sicurezza per la salute del bambino e per se stesse.
“Nello scegliere il parto cesareo rispetto al naturale la donna è spesso inconsapevole dei rischi e delle controindicazioni che, quale atto chirurgico, esso comporta. Il taglio cesareo non è soltanto indice di una popolazione femminile che tende a partorire oltre i quarant’anni (con conseguenti difficoltà e complicanze fisiologiche) ma segnala una patologia di sistema che va controllata e corretta” sostiene Francesca Merzagora Dell’Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna.
Secondo Enzo Ferrazzi, presidente della Società Lombarda di Ginecologia, “il parto chirurgico è associato a un aumento della mortalità neonatale, complicanze respiratorie, riduzione dell’allattamento al seno e al doppio dei rischi nella gravidanza successiva”.
Dati che dovrebbero far riflettere chi pratica il cesareo per convenienza e per le donne che lo richiedono solo per paura.


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