PIANO PARTO GRAVIDANZAIn alcuni Paesi è ormai l’ultima moda, mentre in Italia è quasi completamente ignorato. Si chiama Piano del parto ed è qualcosa di simile a un accordo prematrimoniale, solo che si fa tra la gestante e la struttura in cui pensa di partorire, o direttamente con il ginecologo o l’ostetrica che la segue.
Funziona più o meno così: ci si mette a tavolino, da sole o di fronte alla persona che seguirà il parto, e si scrive punto per punto quali sono le intenzioni, i desideri per travaglio, parto, post-partum, cure neonatali. Non è una sciocchezza. E’ invece un metodo che può rivelarsi interessante per riappropriarsi delle decisioni riguardo le condizioni in cui far nascere i nostri figli, quando questo sia possibile, e non permettere che le routine ospedaliere prevalichino i nostri diritti.

I presupposti per un piano del parto

1 La gravidanza deve essere fisiologica e non ci devono essere condizioni “speciali” che impongono determinate terapie o altro tipo di interventi che dipendono strettamente da decisioni mediche.

2. il proprio compagno, o la persona che sarà presente al momento del parto deve essere a conoscenza e aver capito chiaramente il contenuto del nostro piano di parto.

3. per poter scegliere bisogna aver accesso a una corretta informazione su pro e contro di ogni singola procedura e metodica. L’ideale sarebbe che questo tipo di informazione nascesse da un dialogo paritario e chiaro con gli operatori sanitari che seguono la gravidanza.

4. si può sempre cambiare idea.

Innanzitutto bisogna sapere quali sono i diritti che possiamo far valere in questa situazione. Ci sono almeno due punti di riferimento a cui possiamo appoggiarci: uno è il documento dell’Oms del 1985 sui diritti della partoriente e del neonato e l’altro è la legge italiana approvata nel luglio del 2006 che si intitola sempre “tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato”.

La libertà di scelta e il piano del parto

La Legge italiana ha come obiettivo dichiarato quello di favorire il parto fisiologico, riducendo il ricorso al parto cesareo. Include anche punti controversi e discutibili come la promozione delle tecniche per il parto indolore. Incoraggia la limitazione dell’uso di farmaci spesso inutili quando non addirittura dannosi. Per superare l’ospedalizzazione generalizzata, stabilisce che, su richiesta della donna, debitamente informata sull’evento e sulle tecniche da adottare per il suo migliore svolgimento, il parto possa svolgersi:

a) nei reparti ospedalieri (di terzo, secondo, primo livello)

b) nelle case di maternità, individuate dalle ASL in progetti di ristrutturazione o costruzione;

c) a domicilio.

Nel primo caso, nei reparti ospedalieri va garantita la possibilità di usufruire di uno spazio riservato al quale possano avere libero accesso le persone con cui la madre desideri condividere l’evento. Nel secondo caso, le Aziende ospedaliere provvederanno alle opere necessarie per attuare le case di maternità. Nel terzo caso, le Asl sono tenute a garantire il parto a domicilio attraverso équipes, anche in regime di convenzione, di ostetriche itineranti per i giorni successivi al parto. Le équipes sono collegate ad un pediatra e ad un ginecologo reperibili per prestazioni di competenza specialistica.

Vediamo cosa dice l’Oms:
1. Per il benessere psicologico della donna deve essere assicurata la presenza di una persona di sua scelta (familiare o non) e la possibilità di ricevere visite nel periodo post-natale
2. A Tutte le donne deve essere garantito il rispetto dei loro valori e della loro cultura
3. L’induzione del travaglio deve essere riservata solo a specifiche indicazioni mediche non dovrebbe raggiungere un tasso di applicazione superiore al 10% dei parti avvenuti in una determinata area geografica.
4. Non esiste nessuna prova che dopo un parto cesareo sia necessario un ulteriore intervento chirurgico per partorire. Dopo un cesareo dovrebbero essere ncoraggiati i parti per via vaginale.
5. Non esiste nessuna indicazione per la tricotomia (la rasatura del pube) e per il clistere prima del parto
6. La rottura delle membrane, va provocata solo in caso di estrema necessità e a travaglio inoltrato
7. Durante il travaglio si dovrebbe evitare la somministrazione di farmaci se non per casi specifici
8. Il monitoraggio fetale deve essere effettuato solo in vista di un travaglio indotto o in situazioni particolari
9. Si raccomanda di non imporre la posizione supina durante il travaglio e il parto. La madre deve poter camminare durante il travaglio e scegliere la posizione che ritiene più consona per fare nascere il bambino
10. Quando si può è meglio evitare l’episiotomia
11. Le madri vanno incoraggiate a tenere con sé il bimbo e ad allattarlo a richiesta
12. Il neonato in salute deve restare con la madre. non ci sono giustificazioni alla separazione di madre e neonato
13. Si deve incoraggiare immediatamente l’allattamento al seno
14. Il latte materno costituisce l’alimentazione ideale del neonato e dà allo sviluppo del bambino basi biologiche ed effetti impareggiabili
15. In gravidanza si raccomanda un’educazione sistematica sull’allattamento al seno, poiché attraverso una educazione ed un sostegno adeguato tutte le donne sono in grado di allattare.

Sulla base di queste garanzie, la donna ha la possibilità di effettuare le proprie scelte. Prima fra tutte dove partorire: in ospedale, in una casa maternità  o in casa.

Ecco un esempio di piano del parto:

piano del parto bimbonaturale
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