I disturbi del linguaggio si curano col gioco
I disturbi del linguaggio riguardano la comprensione e la produzione di parole e/o frasi e possono presentarsi come un ritardo nella produzione dei suoni linguistici o con alterazioni di diverso tipo (lessicale, sintattico-grammaticale, etc.).
Si stima che questo tipo di disturbi, insieme a quelli del linguaggio espressivo, colpiscano circa il 10% dei bambini in età prescolare, e circa il 5-6% dei bambini in età scolare.

Come risolvere i problemi del linguaggio
Non tutti i bambini raggiungono gli stessi traguardi alla stessa età. Possiamo dire che un bambino ha un disturbo del linguaggio quando ha difficoltà a capire cosa gli diciamo, conosce solo un numero di parole limitato, compie errori legati alla forma (dire ad esempio “cimena” al posto di “cinema”) o all’accordo nome-articolo e nome-verbo (es. “i bambino correre”) oppure omette alcune parti delle frasi.

Secondo i logopedisti sono questi gli elementi importanti per affrontare correttamente i disturbi del linguaggio:
- INTERVENTO PRECOCE – Anche se non sempre dietro un ritardo del linguaggio c’è un disturbo specifico è possibile rivolgersi ad un esperto che sia in grado di consigliarci come procedere. Un intervento precoce è in grado di promuovere progressi linguistici a breve termine e ridurre gli effetti cumulativi del ritardo di linguaggio.
- IMPORTANZA DEL GIOCO – Soprattutto per i bambini piccoli lo sviluppo del linguaggio passa attraverso il gioco, soprattutto nella fascia prescolare.
Curare i disturbi del linguaggio col gioco
Fascia 1-3 anni
Nella fascia 1-3 anni, si utilizza l’imitazione e in modo particolare pupazzi, bambole, marionette che parlino e chiedano al bambino di ripetere le parole corrette.
Fondamentale gioco del “far finta”: giocare e mettere nel gioco situazioni quotidiane, come preparare la pappa, andare a nanna, fare il dottore o il maestro, è di grande stimolo per l’imitazione. Con le parole, si possono esprimere tanti atti comunicativi nel bambino che viene attratto dal gioco di ruolo sentendosi anche più protagonista.
Anche gli oggetti rivestono la loro importanza, quando il bambino sceglie un oggetto che gli piace e lo interessa, il logopedista adatta il suo intervento comunicativo e linguistico sul gioco scelto. In questo modo usa indirettamente le parole o forme verbali del bambino spesso pronunciate male, riformulandole in maniera corretta senza pretendere che il bambino le ripeta ma usandole da “sfondo”, facilitandone l’interazione.
Anche la tombola dei suoni – che consiste nel riconoscere gli strumenti musicali, usare la voce per esprimere le diverse intonazioni ed emozioni, produrre suoni e riprodurre melodie semplici, riconoscere i rumori e suddividerli per categorie diverse – offre uno stimolo in più all’apprendimento di un linguaggio corretto.
Fascia 3-5 anni
Nella fascia di età 3-5 anni, l’imitazione viene affinata, prolungando e lavorando sui suoni che ci servono, affiancandoli ad informazioni visive e propriocettive (per esempio con l’uso dello specchio). Denominare coppie minime (pollo-bollo, sacco-tacco, lana-rana) giocare con le “tombole sonore” che riproducano queste coppie minime e facendo comprendere l’errore di pronuncia quando il bambino capita nella casella (ad esempio “lana” al posto di “rana”). In questo modo, si crea un ‘conflitto cognitivo’ che conduce il bambino alla comprensione della corretta produzione e assegnazione del giusto fonema.
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