Lo sviluppo del bambino: il bambino all’inizio del settimo anno (secondo settennio), la crisi dei 7 anni e la maturità scolare
Se guardiamo al bambino secondo uno schema di crescita settennale (il nostro organismo ogni 7 anni si rinnova completamente, ovvero non ha più nemmeno una cellula del corpo che aveva 7 anni prima), possiamo riconoscere 3 grandi cicli :
0-7 anni – Il mondo esterno entra prepotentemente nell’interiorità del bambino, che non ha ancora le forze per mediare e proteggersi
7-14 anni – il bambino comincia a porre un freno alle forze esterne che cercano di entrare nella sua interiorità
14-21 anni – il ragazzo comincia ad indirizzare le sue forze dall’interno al mondo esterno
Dopo i 21 anni le forze cominciano a trovare un equilibrio tra interiorità e mondo esterno, fino all’età della vecchiaia, quando ci si comincia ad avere un’attività inferiore verso il mondo esterno.
Il bambino nel primo settennio
Il bambino dalla nascita alla seconda dentizione vive il primo periodo dell’infanzia, in cui l’ambiente esterno, che sia fisico, emotivo, psichico, entrano con forza nella sua interiorità: le esperienze fatte nella prima infanzia lasciano un segno molto importante nella futura vita del bambino proprio perché non mediate dalla consapevolezza e dal pensiero, di cui il bambino non è ancora capace.

L’importanza dell’imitazione
Possiamo dire che quanto più la coscienza è debole tanto più il mondo esterno entra con forza in noi: tanto più un bambino è piccolo e non ha coscienza della sua percezione tanto più essa è libera di penetrare negli strati più profondi e inconsci della sua anima.
Il bambino, pur non essendo cosciente delle motivazioni che spingono gli adulti ad agire, percepisce però in modo indifeso non solo i gesti ma anche e soprattutto i contenuti morali in essi impliciti, che poi diverranno il fondamento del suo futuro subcosciente.

Il bambino ci rispecchia: l’importanza dell’imitazione in educazione
Dal bambino piccolo al bambino pronto per la scuola, dalla brama all’inizio della volontà
Le richieste di un neonato si fondano sulle funzioni vitali: il bambino piange se ha fame, ha freddo, ha qualche necessità biologica.
Quando il bambino ha imparato a mangiare, camminare, parlare, non è più guidato dalle semplici funzioni vitali, ma da una forma di brama, desiderio: il bambino vuole andare sull’altalena, il bambino vuole la palla, etc.
Quando il bambino impara a giocare nel vero senso della parola, allora non si parla più di semplice brama, ma di una prima forma di volontà finalizzata.
Solo quando il bambino arriva a questo punto si può dire che sia maturo per la scuola.
Il gioco del bambino: come il bambino, giocando, ci parla di sé
Il passaggio dal primo al secondo settennio si caratterizza per cambiamenti da un punto di vista:
- Fisico
- Emotivo
- di pensiero
Cambiamento fisico: la seconda dentizione
Fisicamente il bambino di 7 anni si presenta in un modo diverso dal bambino piccolo della scuola dell’infanzia: il corpo perde le forme tipicamente arrotondate, il volto ha un’espressione di attesa, la bocca è chiusa e gli occhi manifestano un essere desto in modo differente rispetto al bambino più piccolo.

Cambiamento emotivo: dall’imitazione al rispetto
Il cambiamento del corpo del bambino di 7 anni è la rappresentazione fisica di un cambiamento e una maturazione interiore: la rotondità dell’accoglienza lascia spazio a un allungamento e a forme più decise, segno come di un muro si erge tra il mondo interiore ed esteriore.
L’attività interiore si manifesta nella composizione di immagini e rappresentazioni che possono essere paragonate ai sogni ad occhi aperti degli adulti.
Quando il bambino si rende conto di non riuscire a concretizzare nella realtà le cose dettate dalla fantasia chiede aiuto all’adulto, che, grazie alla sua esperienza, è in grado di farlo. Questo suscita nel bambino un rispetto reverenziale, che lo lega in modo particolare al suo maestro di scuola.

Cambiamento del pensiero: dalla percezione alla capacità immaginativa
A 7 anni, il cambiamento più emblematico che osserviamo nel bambino è quello della sfera del pensiero. Se fino a quell’età il bambino era una “spugna” che assorbiva dal mondo esterno senza filtro, con l’avvento del settimo anno qualcosa muta nella sua esperienza del mondo: non è più un “organo di senso” totalmente aperto all’esterno bensì nella sua interiorità è come se si ergesse un muro tra mondo interiore e mondo esteriore.
Nel bambino di 7 anni si crea una sorta di “spazio chiuso”, una centrale operativa dalla quale si rapporta col mondo: non più semplice percezione, ma le prime immagini di pensiero autonomo, che deriva dalla sua capacità immaginativa. Ciò che il bambino percepisce non viene più soltanto “immagazzinato”, ma porta qualcosa nella propria coscienza, nel proprio mondo interiore, che mette in moto un processo di associazione con altre percezioni elaborate, è così che nel bambino nasce un’immagine provvisoria del mondo che giace nella esperienza.

La memoria del bambino nel secondo settennio
La memoria è quella capacità di richiamare una rappresentazione dall’incoscienza per portarla a coscienza.
Non vi è un solo tipo di memoria, esistono infatti:
- “memoria locale” , cioè il ricordo che il bambino piccolo conserva di alcuni luoghi dove è stato, o di oggetti che ha già visto, nel momento in cui li rivede. Questa memoria è conservata negli strati più profondi dell’anima, si manifesta in ogni bambino entro i tre anni, talvolta si manifesta anche in età adulta. Un profumo che evoca un ricordo di gioventù si ricollega alla memoria locale.
- “memoria ritmica”, è a uno strato superiore, meno inconscio, ed è collegata al sentimento: si basa sulla ripetizione ritmica di suoni, filastrocche, poesie. Essa è viva fino ai 9 anni. Prima dei 7 anni il bambino si muove in base alla memoria locale e nei suoi giochi poggia tutto sulla memoria ritmica. Quindi prima dei 9 anni il bambino è intensamente congiunto con ciò che gli viene offerto come materia di insegnamento e si identifica con essa. Questo è il tipo di memoria che può essere sollecitato prima dei 9 anni.
- “memoria astratta”, è la memoria ti tipo adulto, astratto, che si avvia con l’avvento del nono anno, quando è possibile cominciare i primi passi nel mondo dello studio mnemonico vero e proprio.
La crisi del settimo anno
Al settimo anno osserviamo due grandi cambiamenti: da un lato c’è un cambiamento nel corpo: il bambino cambia, nel volto, nella costituzione. Ci dice che si sono liberate finalmente le forze dedicate alla costituzione del corpo fisico e che finalmente queste forze possono essere indirizzate in un’altra direzione.
Dall’altro lato questa liberazione delle forze si manifesta nella cosiddetta “età della noia”, quando il bambino si è finalmente stancato di dedicarsi al gioco “non so cosa fare… uffa sempre le stesse cose… ” significa che è pronto per dedicarsi a qualcos’altro, ovvero cominciare la scuola.
I 7 anni, la maturità scolare
La metamorfosi dell’organismo e del pensiero che avviene nel bambino di 7 anni è il segnale che è pronto per andare a scuola.
Andare a scuola prima di questa età richiede all’organismo del bambino un grandissimo sforzo, che si potrà ripercuotere su tutto il suo essere. Non significa che un bambino non possa andare a scuola prima, anzi, alcuni bambini riescono tranquillamente a 5 anni a stare al passo con gli altri più grandi, se sollecitati.

Libri consigliati
![]() di F. Jaffke, Natura e Cultura edizioni | ![]() Le attività e i giochi da proporre ai neonati e ai bambini di Serena Rocchi |
![]() di B. Lievegoed, Natura e Cultura edizioni | ![]() di M. Peccarisio, Aedel edizioni |
![]() di K. Neuschutz, Filadelfia edizioni | ![]() di R. Kutzli, Natura e Cultura edizioni |