La paghetta settimanale: patti chiari per renderla uno strumento educativo.
Per comprare la merenda per la scuola, per andare in gita, per togliersi uno sfizio… i ragazzini cominciano a gestire i soldi in modo autonomo già dalla prima età scolare.
Secondo un’indagine di ING Bank, i bambini italiani tra i 10 e i 15 anni possono già contare su una paghetta media di 10 euro a settimana, ma alcune famiglie danno una paghetta i propri figli già dai 5-6 anni di età.
Non solo: i genitori italiani sono anche i più generosi, con una media di 30 euro a settimana per i ragazzi sopra i 15 anni, rispetto ai 20 euro di tedeschi e francesi.
Insomma: la paghetta c’è, occorre capire come utilizzarla nel modo corretto e quando è l’età giusta per cominciare.
Il lato positivo della paghetta
La paghetta può diventare uno strumento educativo, se sappiamo dare delle regole eque e la utilizziamo in modo equilibrato.
Secondo l’indagine di ING Bank, i ragazzini che sono stati abituati alla gestione della propria paghetta da piccoli, diventano adulti con propensione al risparmio e capacità di gestire le proprie risorse economiche, con una capacità del 10 % in più, rispetto agli altri, di saper risparmiare.
Paghetta ed educazione
La paghetta è uno strumento educativo che permette ai genitori di coinvolgere i ragazzi e responsabilizzarli alla sobrietà. In alcuni casi può essere anche un aiuto a “dire di no”, quando per esempio le richieste per le loro figurine preferite diventano continue ed esagerate, meglio predisporre una quota prestabilita da destinare al ragazzino, terminata la quale dovrà attendere per fare nuovi acquisti.
La paghetta può diventare anche uno strumento per osservare ed ascoltare i propri figli: se un ragazzo fa spese al di sopra delle proprie possibilità o riceve ricariche telefoniche, il genitore attento ed accorto potrà chiedersi da dove arrivano quei soldi e perché. I ragazzi di oggi, abituati all'eccessivo consumismo sono "affamati" di shopping, fino ad arrivare allo shopping compulsivo: l'uso della paghetta permetterà ai genitori di vigilare e di colmare quel vuoto interiore che porta i ragazzi a spendere per sentirsi bene o volersi uniformare al gruppo dei pari.
Quando iniziare con la paghetta
La paghetta non è uno stipendio legato ai lavori che un ragazzo svolge a casa o all’aiuto che da in famiglia. Quelli sono compiti che prescindono dall’aspetto economico.
La paghetta è una quota, che gli adulti calcolano in base alle esigenze del proprio figlio, che può servire al ragazzo per gestire in autonomia dei piccoli acquisti per se stesso.
La paghetta inizia in modo “spontaneo” quando per esempio i bambini devono comprarsi da soli la merenda nel panificio davanti alla scuola e prosegue per gestirsi le proprie piccole spese, per esempio l’acquisto di figurine o un gelato con i compagni.

Quanto dare di paghetta?
Il quanto dipende certamente dal tenore di vita della famiglia, ma anche dalle spese che riteniamo il ragazzo debba gestire in autonomia.
Se la paghetta serve per comprarsi la merenda quotidiana, potrebbero bastare 5 euro a settimana, se invece parliamo di un adolescente di 16 anni, che deve pagarsi la benzina per il motorino e le uscite con gli amici 30 euro a settimana potrebbero quasi essere pochi.
Patti chiari
Soprattutto, affinché la paghetta funzioni, è necessario che si stabilisca fin da subito quanto daremo e per che cosa dovranno servire quei soldi.
Deve essere chiaro ai genitori e ai ragazzi cosa è compreso nella paghetta e cosa è escluso.
In caso i ragazzi siano spendaccioni e “sforino” la loro quota sarebbe importante tenere duro ed aspettare la data della prossima paghetta, solo in questo modo i ragazzi si tareranno sulle proprie uscite e impareranno ad organizzarsi e a mantenere uno stile di vita sobrio.

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