La dislessia, cos’è e come affrontarla
La dislessia rientra nei cosiddetti disturbi dell’apprendimento (DSA) ed è, in particolare, un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo scritto.
Dislessici si nasce, ma la diagnosi avviene in genere entro il primo-secondo anno della scuola primaria.
L’uso del linguaggio è alla base delle attività didattiche presenti a scuola ed è per questo motivo che alcuni casi di Dislessia sembrano “nascere” durante gli anni della Primaria. In realtà, il contesto scolastico mette in luce problematiche già presenti.
La dislessia
Anche se imparare a leggere e a scrivere può sembrare la cosa più naturale del mondo a volte comporta più difficoltà di quante avremmo potuto immaginare.
La dislessia è un disturbo che, oltre alla lettura e alla conseguente comprensione del testo, può associarsi a difficoltà a scrivere correttamente e con una bella grafia, fare i calcoli ed apprendere sequenze di informazioni, per esempio i giorni della settimana e le tabelline.
Un dislessico non è assolutamente meno intelligente degli altri, solo che fa più fatica a riconoscere i suoni che compongono le parole, ad associarli alla lettera corrispondente e a distinguere le lettere scritte su un libro o alla lavagna. Questo porta a commettere più errori e al bisogno di tempi molto più lunghi degli altri.
Le difficoltà di apprendimento parrebbero legate a certe zone del cervello coinvolte nel riconoscimento e acquisizione dell’informazione visiva.
La diagnosi di dislessia
Alla scuola primaria l’apprendimento della letto-scrittura viene monitorata dagli insegnanti, che sono i primi a individuare eventuali DSA. Generalmente non vengono segnalati i bambini durante il primo anno della scuola primaria, in quanto il processo di letto scrittura non è ancora sufficientemente maturo.
I bambini vengono monitorati dagli insegnanti e, in diverse scuole, dagli psicologi scolastici, che con opportuni screening sono in grado di individuare i bambini che necessitano di approfondimento diagnostico, in genere nel secondo anno della scuola primaria.
Per arrivare a una diagnosi di dislessia non esiste un solo “esperto”, occorre affidarsi a un team, composto da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista.
Nel caso in cui vostro figlio fosse segnalato dagli insegnanti o psicologi scolastici, sarà necessario un’impegnativa del vostro pediatra di base per richiedere accertamento diagnostico per dislessia (o altri DSA) da presentare all’ASL di competenza o presso centri accreditati.
Attenzione alla vista
In caso di difficoltà di lettura sarebbe opportuna anche una visita oculistica che possa escludere una difficoltà visiva alla base.
Se alcune abilità visive di base sono inefficienti, possono concorrere a creare difficoltà.
La scuola e i DSA
Nel caso di dislessia accertata gli insegnanti predisporranno un PDP (Piano Didattico Personalizzato) che possa sostenere il bambino nell’apprendimento delle discipline scolastiche.
Secondo la legge 170/2010 il bambino con DSA non necessita di un insegnante di sostegno, fruirà invece di strumenti compensativi (per esempio possibilità di tenere la linea dei numeri per eseguire le operazioni a mente) e dispensativi (per esempio avere degli esercizi da svolgere in meno durante le verifiche).
Essendo la dislessia un disturbo che non pregiudica il successo scolastico e in seguito professionale, il consiglio è sicuramente di prevedere degli strumenti compensativi (es. avere più tempo per svolgere le verifiche, o poter tenere un quadernetto con sintesi delle regole, etc.) ma di evitare gli strumenti dispensativi, se non in caso di quadro diagnostico particolarmente complicato.
Infatti, con l’allenamento, tutti i bambini dislessici possono essere in grado di arrivare ai livelli di apprendimento dei bambini non dislessici.
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