Fibre e cereali integrali, perché mangiare integrale fa bene
Quello che mangiamo ha un impatto fondamentale sul nostro benessere e sulla nostra salute. Oggi parliamo dei cereali integrali e del loro effetto sull’organismo.
I cereali integrali sono cereali che non subiscono trattamenti di raffinazione, le farine integrali derivano da cereali integrali e vengono lavorate preservando ogni parte del chicco: l’endosperma amidaceo, il pericarpo e il germe o embrione.
E' importante fare una distinzione fondamentale: i cereali integrali o semi-integrali, sono i cereali (come frumento, farro, miglio, avena, mais, etc.) che non hanno subito nessun trattamento di raffinazione, oppure un trattamento minimo. In commercio troviamo moltissimi prodotti che vengono venduti come integrali e che invece sono ottenuti da farina bianca con aggiunta di crusca, in questo caso il danno è doppio: oltre a non contenere i costituenti benefici de dei cereali integrali la crusca aggiunta nuoce all'intestino.
La differenza tra cereali integrali e cereali raffinati
Cereali raffinati
La raffinazione dei cereali elimina crusca e germe e conserva solo l’endosperma, va perduto il 20% del chicco e una quantità proporzionalmente molto superiore di nutrienti. Eliminando crusca e germe e conservando solo l’endosperma si rinuncia all’80% della fibra, a circa il 70% delle vitamine del gruppo B, al 90% della E e al 50% di altri anti-ossidanti (esempio i polifenoli) e minerali.
Cereali integrali
I cereali integrali contengono invece, oltre com’è ovvio ai carboidrati, fibra alimentare (solubile e insolubile) proteine, vitamine, sali minerali e composti antiossidanti che favoriscono il buon metabolismo, proteggono il cuore, riducono il rischio di diabete (-25%) e sovrappeso, difendono l’organismo dalle infiammazioni e da alcuni tipi di tumore (in particolare quelli dell’intestino) e contrastano lo stress ossidativo.
Leggi il nostro speciale sulle fibre
Le ricerche
Le fibre prevengono infiammazioni e malattie infettive
Sulla rivista scientifica Nature è apparso uno studio australiano, condotto dai ricercatori del Garvan Institute of Medical Research di Sidney, che rivela come un’alimentazione ricca di fibre fortifichi l’organismo e aiuti a prevenire le infiammazione e le malattie infettive.
Chi voglia prevenire questo tipo di disturbi si deve affidare a un’alimentazione ricca di cereali integrali e frutta e verdura.
Gli esperti hanno analizzato in laboratorio gli effetti delle fibre scoprendo che le fibre insolubili stimolano un recettore chiamato GPR43, capace di bloccare i processi infiammatori.
Questa ricerca va a supportare quello che la medicina olistica e la naturopatia conoscono “empiricamente”.
I cereali integrali mantengono una pressione sanguigna ottimale
Secondo una ricerca condotta dall’università scozzese di Aberdeen e pubblicata su American Journal of Nutrition mangiare spesso cereali integrali aiuta a tenere sotto controllo la pressione del sangue.
Gli autori hanno studiato gli effetti dei cereali integrali su duecento uomini e donne sani intorno ai 50 anni d’età. Sono stati creati 3 gruppi:
– il primo continuava la solita alimentazione
– il secondo doveva sostituire i cereali della prima colazione con frumento integrale
– il terzo gruppo doveva sostituire i cereali della prima colazione con frumento e avena integrali
Dopo 3 mesi di osservazione si è visto che le persone che mangiavano cibo integrale avevano la pressione sistolica (detta “massima”) inferiore di 5 punti rispetto a tre mesi prima. Che è sufficiente per diminuire del 15% il rischio di malattie coronariche e del 25% il rischio di infarto.
I cereali integrali proteggono da sovrappeso e obesità
Secondo numerosi studi, per esempio il National Health and Nutrition Examination Survey, dimostrano che una dieta a base di cereali e farine integrali favorisce il mantenimento del peso forma, infatti grazie al contenuto di fibre, i cereali integrali aumentano il senso di sazietà e favoriscono lipolisi e ossidazione del grasso corporeo.
Il consumo di alimenti a base di cereali raffinati è connesso a elevate concentrazioni di insulina che possono condurre nel lungo periodo a un incremento ponderale e diabete.
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