Bambini e tecnologia, amore al primo touch, ma attenzione alle dipendenze da internet
I bambini, ai nostri giorni, cominciano ad usare la tecnologia in tenera età.
Fin da bambini si utilizza la tecnologia: all’inizio con l’aiuto di mamma e papà, ma in seguito sempre prima i bambini vengono lasciati soli con le nuove tecnologie: da quando ricevono il primo cellulare, in genere tra la quinta elementare e la prima media, i ragazzini si liberano dal controllo genitoriale e cominciano i primi passi nel mondo della tecnologia, che ben presto diventa la loro priorità.
l'85% degli italiani tra 11 e 74 anni accede ad internet.
Bambini e tecnologia, il lato positivo
Ci sono studi che provano che giocare ai videogiochi, tra i 4 e i 10 anni, favorisce le funzioni intellettuali dei bambini, che attraverso il gioco si trovano a risolvere problemi di varia natura ancora prima dell’età scolare.
Attraverso l'uso della tecnologia i bambini imparano capacità strategiche e mnemoniche e diventano più attivi dal punto di vista dell'apprendimento. P. Ferri, I nuovi bambini - Come educare i figli all'uso della tecnologia senza diffidenze e paure, ed. Bur.
L’iper-connettività, l’altra faccia della medaglia
L’uso intelligente della tecnologia, i giochi educativi e lo studio online favoriscono di certo apprendimento e memoria, a patto che non diventino una dipendenza. E i bambini e ragazzi sono sicuramente a rischio, se anche gli adulti non riescono a staccarsi dal telefonino.
Una ricerca di We are social calcola che ognuno passi in media 4 ore e 28 minuti in rete ogni giorno e ben 2 ore e mezza proprio sui social network.
Gli iper-connessi sono connessi col mondo ma disconnessi dalla realtà: le relazioni passano dalla chat, il linguaggio perde sfumature e diventa povero, stringato, senza personalità e spesso senza nessuna cura dell’ortografia e della grammatica.
La costante connessione internet ha portato senz'altro molti benefici, ma c'è il rischio di un impoverimento relazionale, sociale ed emotivo.

Iper-connettività e bambini e adolescenti
Secondo lo studio Osservatorio Adolescenti, di Doxa Kids e Telefono Azzurro, il 90% dei ragazzi possiede uno smartphone con accesso ad internet, ma, soprattutto, il 60% dichiara di non poterne fare a meno e 1 su 5 si sveglia di notte appositamente per controllare le notifiche ricevute.
Internet dunque fa bene, ma nelle giuste dosi e soprattutto con le dovute regole.
Le iper-connessioni, che siano lavorative o ludiche, generano stress psicofisico, con disturbi d’ansia, tremori, nervosismo, distrazione, scarsa capacità di concentrazione, fino ad arrivare a una vera e propria forma di dipendenza.
Quando si può parlare di patologia da connessione internet?
Il sintomo di patologia più evidente è il fatto che il soggetto trascura altre attività pur sapendo che questo potrebbe provocare danni, basti pensare che il 20% degli incidenti automobilistici è causato dal cellulare.

Educare alla tecnologia
Per sostenere i bambini e i ragazzi nell’uso delle nuove tecnologie l’educazione è uno strumento fondamentale: dare regole chiare ed equilibrate è il modo migliore per proteggersi e proteggere dagli abusi.
Innanzitutto occorre essere innanzitutto degli esempi: non possiamo pretendere che il bambino o l’adolescente si controlli, quando non riusciamo a dargli retta perché siamo perennemente connessi.
Inoltre è importante staccare la spina: lo smartphone non si porta in camera da letto, e si spegne nei momenti di condivisione, che siano un pasto o una passeggiata tutti insieme, affinché la famiglia rimanga ancora un luogo per coltivare sane e serene relazioni.
Smartphone, sane regole per l’utilizzo. L’idea di Janell Hofmann
Janell Burley Hofmann vive negli Stati Uniti con marito e cinque figli ed ha un blog in cui offre consigli per migliorare i rapporti famigliari. Proprio sul blog ha postato il contratto in 18 punti che il figlio ha dovuto sottoscrivere per ricevere e potere utilizzare lo smartphone avuto come dono di Natale. Leggilo sul blog di Janell Hofmann
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L’esperienza di questa famiglia è diventata anche un libro:
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