Le allergie alimentari, in base alle ultime stime, interessano una percentuale di persone tra l’1,9 ed il 2,5%. Nei bambini sotto l’età scolare la percentuale aumenta fino al 7%.
In Italia si possono contare oltre 2 milioni di persone che soffrono di qualche allergia alimentare, delle quali circa 600 mila sono bambini.
ALLERGIA O INTOLLERANZA? – Il termine “allergia” comporta sempre il coinvolgimento del sistema immunitario: si intende quindi una reazione anomala, di cui è responsabile il sistema immunitario, nei confronti di uno o più alimenti riconosciuti come pericolosi per l’organismo. L’intolleranza alimentare è invece una una condizione ben diversa in cui non vi è implicazione del sistema immunitario, ma una sorta di cattiva digestione di alcuni alimenti. Nell’intolleranza si verifica una sorta di ipersensibilità verso alcuni alimenti, per esempio nel caso del latte vi può essere un’intolleranza al lattosio, che dipende dalla carenza a livello digestivo di enzimi adatti alla digestione di quel particolare alimento. Scopri di più Allergie e intolleranze alimentari: scopri quali alimenti possono farti male e perché
La comunità scientifica si interroga da anni sul migliore svezzamento da proporre ai bambini considerati “ad alto rischio allergia” a causa di familiarità con soggetti allergici.
Abolire cibi “allergizzanti” fin dallo svezzamento?
In caso di familiarità con allergie alimentari, meglio introdurre alimenti a rischio fin da subito nella dieta del bambino, oppure eliminare i possibili allergeni così da non far sviluppare al bambino la reazione allergica?
ALIMENTI A RISCHIO SI O NO? – Se in Europa il consiglio dei medici e dei pediatri è sempre stato quello di procedere con uno svezzamento “normale” anche in caso di forte rischio di allergie, negli Stati Uniti le linee guida prescrivevano uno svezzamento speciale per bambini a rischio allergia: eliminare dalla dieta tutti i cibi considerati fortemente allergizzanti, come ad esempio la frutta secca.
Lo studio
Uno studio condotto su bambini fortemente a rischio allergia alimentare, pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostra che il miglior modo di scongiurare una eventuale allergia alimentare è rispettare il calendario normale di svezzamento.
SI ALLO SVEZZAMENTO NORMALE – Si è dimostrato che nei bambini, ad alto rischio allergia, svezzati senza restrizioni dietetiche la probabilità di incorrere in una allergia alimentare subisce un crollo dell’80% rispetto ai bambini svezzati senza alimenti a rischio allergia.
La “finestra di opportunità” della prevenzione
La “finestra di opportunità” della prevenzione è proprio il periodo dai 6 ai 12 mesi, in cui l’esposizione ai cibi potenzialmente allergizzanti è protettiva perché favorisce la tolleranza immunitaria.
Se si escludono dalla dieta particolari alimenti, come uova, latte, noccioline perché per esempio il bambino soffre di dermatite atopica (che colpisce soprattutto i soggetti a forte rischio allergia) l’organismo non potrà mai conoscere questi alimenti e non potrà sviluppare la cosiddetta tolleranza immunitaria. Perciò il bambino che viene in contatto con questi alimenti per via topica (attraverso la pelle) sviluppa una reazione anomala.
SI AL SOLE – Importante seguire una corretta esposizione al sole per non avere carenze di vitamina D, un prezioso immunomodulante. Scopri di più su L’incredibile importanza della vitamina D
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In Italia si possono contare oltre 2 milioni di persone che soffrono di qualche allergia alimentare, delle quali circa 600 mila sono bambini.
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